Intervista a Chiara Cartarasa, mezz’ala del Bologna calcio femminile

Chiara in azione negli USA

-Ciao Chiara, chiedo anche a te come ti sei avvicinata al mondo del calcio?

“L’ho fatto dopo il mondiale del 2006 quando io e mio fratello ci siamo iscritti alla nostra prima scuola calcio, io avevo 5 anni e volevo fare il portiere, perché adoravo Julio Cesar: da quel momento ho sempre giocato in squadre maschili. A 16 anni, in terza liceo, ho vinto una borsa di studio per meriti scolastici e così sono andata a studiare 6 mesi in America, e lì ho potuto giocare anche a calcio femminile, uno degli sport più in voga fra le ragazze, e mi sono trovata benissimo. Mi sono sentita veramente e finalmente parte di un gruppo e dunque, quando sono tornata a casa a Gennaio, mi sono adoperata per trovare una squadra femminile poichè nella mia città non ne avevo la possibilità; così ogni volta che c’era l’allenamento prendevo il treno e mi facevo un ora di viaggio pur di potere andare ad allenarmi. La stagione successiva sono approdata in Eccellenza a Marsala, dove mi sono fatta notare anche con la rappresentativa under 23, anche se avevo solo 18 anni, al Torneo delle Regioni, che reputo che sia per un giovane una vetrina importantissima e poi il fatto che lì ci fossero tutte ragazze più grandi di me, mi ha aiutato tanto a crescere ed imparare.
La stagione successiva sono andata ad Arezzo dove ho giocato sia con le juniores, con cui abbiamo vinto il campionato, e sia con la prima squadra, dove tra l’altro militavano anche diverse giocatrici che avevano un passato in serie B; poi purtroppo per via del Covid-19, mentre stavamo entrando nel bello del campionato la Federazione ha chiuso tutto”.

-Come mai sei arrivata quest’anno al Bologna Football Club?

“Finita la quinta liceo, ho fortemente deciso di portare avanti i miei studi, e ho individuato a Bologna l’università giusta per me, ovvero Informatica per il Management, e dunque a prescindere dal calcio mi sono trasferita. Nel frattempo devo ringraziare il Direttore Sportivo dell’Arezzo che quando ha capito la mia scelta di vita per motivi di studio mi ha aiutato, mettendomi in contatto con il Bologna, qui dapprima ho ricevuto la telefona di Mister Galasso, poi ho fatto una settimana di prova e finalmente sono stata presa”.

-Come ti trovi a Bologna e nel Bologna calcio femminile?

“Benissimo, la città mi piace un sacco, poi ho mio fratello che studia anche lui quì (già mi sono fatta degli amici e delle amiche fra i compagni di corso), mentre le ragazze del Bologna calcio femminile, forse perché sono loro coetanea, mi hanno accolta benissimo; c’è un gruppo stupendo dove il capitano Bassi da sempre il buon esempio di condotta, non potevo sperare e capitare in posto migliore per continuare a giocare a calcio”.

-In che ruolo giochi?

“Sono una centrocampista centrale, ma mi adatto anche al ruolo di mezz’ala con 4-3-3 con cui giochiamo e anche in base alle esigenze del mister Galasso.

-Dopo tante vittorie, sono arrivate due sconfitte consecutive in gare importanti, come te lo spieghi?

“Penso che prima o poi questo doveva succedere, ma forse meglio che sia arrivato ora, perché così abbiamo modo di poter rialzare subito la testa come gruppo. Personalmente ho sofferto molto per queste due sconfitte contro Arezzo prima e le domenica dopo con la Torres, penso però anche con tutto il cuore che queste non siamo noi, abbiamo pagato molto sotto l’aspetto mentale le tante mancanze fra Covid e infortuni vari, e anche la grande pressione e aspettativa che si era creata su di noi. Non siamo partite per vincere il campionato, poi abbiamo fatto bene e penso che già da domenica con il derbyissimo con il Riccione, dove sarà una vera e propria guerra anche fisica, e non solo psicologica, potremmo riscattarci ,sopratutto a livello di carattere e di mentalità, perché anche queste due gare perse sono anche figlie di tanta pressione che si respirava nell’ambiente, sapevamo poi che entrambe erano in diretta streaming e dunque che in tanti da Bologna ci avrebbero seguito e questa cosa secondo il mio parere ci ha più penalizzato che galvanizzato, ma in primis abbiamo sentito tanto l’assenza delle titolari e siamo crollate. Ma ripeto, mi dispiace che la gente abbia visto queste due partite, noi siamo quelle di Filecchio, non queste”.

-Chi è Chiara fuori dal campo di gioco?

“Sono una ragazza molto timida finché non conosco le persone, sono sia su Facebook che su Instagram, e diciamo che fra università e allenamenti mi rimane poco tempo, hobby non ne ho tantissimi, a parte disegnare e collezionare cappelli che adoro e ne ho di ogni tipo, ogni tanto compongo qualche poesia in rima per le mie compagne che recito in spogliatoio, per il resto diciamo che sono molto legata alla mia famiglia e così porto avanti una vecchia tradizione anche qui a Bologna con mio fratello, ovvero quella della domenica sera quando ci troviamo per vedere assieme un film. Come genere musicale non amo troppo il rock, magari prediligo più la musica commerciale e quella americana, e sì lo ammetto sono Juventina”.

A cura di Danilo Billi

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